Carteggio di Padre Luigi Anglesio
(Volume I)




Introduzione
Lino Piano

Dopo la pubblicazione del Carteggio di san Giuseppe Cottolengo negli anni 1989-1990 e soprattutto dopo la pubblicazione della sua biografia nel 1996, era inevitabile rivolgere l’attenzione al primo successore del Cottolengo nella direzione della Piccola Casa della Divina Provvidenza, cioè al Padre Luigi Anglesio che ha diretto l’Opera del Cottolengo dal 30 aprile 1842 al 28 maggio 1881, vale a dire per 39 anni.
Se il Cottolengo ebbe il dono di inventare la Piccola Casa, di darle la struttura essenziale nell’arco di 10 anni (1832-1842), l’Anglesio ebbe il compito di consolidarne la vita, soprattutto relativamente alle famiglie religiose, maschili e femminili, che del carisma del Santo Fondatore furono le continuatrici.
È sembrato quindi importante per la conoscenza della storia della Piccola Casa e dell’Anglesio in particolare, pubblicare il suo epistolario in edizione critica, analogamente a quanto è stato fatto per il Cottolengo.
Il lavoro ebbe inizio nei primi anni del 2000 con la ricerca e l’analisi delle lettere dell’Anglesio, in gran parte conservate nell’archivio della Piccola Casa. Varie circostanze sopravvenute negli anni successivi hanno fatto sospendere il lavoro.
Ma in questi ultimi tempi, sono stato vivamente esortato a portarlo a termine. E allora nei tempi disponibili ho ripreso in mano il lavoro per cercare di concluderlo e ora sono lieto di presentarlo al pubblico della Piccola Casa e a quanti sono interessati alla figura del primo successore di san Giuseppe Cottolengo.

Descrizione del carteggio
Il carteggio consta di due volumi. Nel primo sono raccolte le lettere scritte e ricevute dall’Anglesio negli anni 1828-1864; nel secondo quelle comprese negli anni 1865-1881. Il carteggio del Padre Luigi Anglesio abbraccia un periodo di 52 anni e 9 mesi, cioè dal 23 agosto 1828 al 28 maggio 1881. Anteriormente al 1828 non abbiamo corrispondenza dell’Anglesio. Il carteggio consta di 972 documenti tra lettere vere e proprie, scritte e ricevute, biglietti vari, dichiarazioni, quietanze, lettere alla e dalla pubblica amministrazione. Di questi documenti 727 sono dell’Anglesio, gli altri 245 sono lettere da lui ricevute. A questi scritti è stata aggiunta un’appendice di 8 documenti per cui l’insieme dei documenti pubblicati ammonta a 980.
Degli scritti dell’Anglesio ci è pervenuto l’autografo, l’originale o la copia [Nota: con il termine “originale” sono state indicate le lettere semplicemente sottoscritte dall’Anglesio e redatte da altra mano, così pure le istanze all’autorità ecclesiastica redatte dai competenti uffici curiali, dietro richiesta ovviamente dell’Anglesio]. Per ogni lettera o documento pubblicato viene specificato se si tratta di un autografo, di un originale o di una copia.
La maggior parte degli autografi dell’Anglesio si trova nell’archivio della Piccola Casa della Divina Provvidenza o nell’archivio della Congregazione delle Suore cottolenghine.
Si può presumere che la raccolta delle lettere dell’Anglesio sia avvenuta poco dopo la sua morte (1881), perché con il passar degli anni sarebbe stato sempre più difficile trovare ancora le lettere presso i loro possessori, i quali, verosimilmente, le donarono alla Piccola Casa.

Si può ritenere che il carteggio dell’Anglesio che viene pubblicato raccolga tutte le sue lettere oggi esistenti. Eventuali altri documenti potrebbero essere rinvenuti; ma si può presumere che non aggiungerebbero elementi essenziali alla conoscenza storica del primo successore di san Giuseppe Cottolengo.
I principali destinatari delle lettere dell’Anglesio sono le suore della Piccola Casa, persone ecclesiastiche, la pubblica amministrazione e le amministrazioni degli Istituti che richiedevano le suore in servizio.
Diversamente dal Cottolengo, l’Anglesio solo raramente negli indirizzi delle lettere cita il nome delle suore destinatarie. Solitamente scrive “all’assistente” e il luogo dove essa si trova.
Le lettere indirizzate alle suore assistenti, cioè le superiore locali delle comunità, senza indicazione del nome sono 168. Tra le poche suore destinatarie, indicate nominativamente, vi sono suor Maria Giuseppa Cannonero, che fu anche superiora generale delle suore della Piccola Casa, alla quale l’Anglesio indirizzò 20 lettere, suor Pia Collomb, alla quale l’Anglesio indirizzò 16 lettere, suor Maria Maddalena Biolato, che fu la prima suora entrata con Madre Marianna Nasi, alla quale l’Anglesio indirizzò 10 lettere. Vi è poi qualche altra suora a cui l’Anglesio indirizzò solo qualche lettera. Vi è solo una lettera indirizzata a un Fratello della Piccola Casa. Tra gli ecclesiastici vi sono i fratelli del Cottolengo, cioè il can. Luigi, destinatario di 17 lettere e il domenicano Padre Alberto, destinatario di 19 lettere; sono da segnalare anche il can. Giuseppe Edoardo Rosaz, divenuto poi vescovo di Susa, al quale l’Anglesio indirizzò 27 lettere; il teol. Pietro Degaudenzi, arciprete della Cattedrale di Vercelli, divenuto poi vescovo di Vigevano, al quale l’Anglesio indirizzò 10 lettere, l’arcivescovo di Torino Mons. Lorenzo Gastaldi, al quale l’Anglesio indirizzò 14 lettere e infine il chierico poi sacerdote Antonio Delmastro, al quale l’Anglesio indirizzò 16 lettere.
Le lettere più significative dell’Anglesio che si possono segnalare sono:
– quella del 21 gennaio 1839, con la quale rinuncia al canonicato per entrare nella Piccola Casa;
– l’istanza al Re Carlo Alberto del 7 marzo 1845, con la quale chiede che la dispensa concessagli con il Regio Brevetto del 28 maggio 1842 sia estesa a tutti gli atti di amministrazione;
– la lettera al Ministro provinciale dei Frati Cappuccini in data 3 dicembre 1846, nella quale l’Anglesio esprime la sua soddisfazione per la professione di terziario francescano;
– la lettera all’Economo generale dei benefici vacanti del 7 agosto 1853, nella quale l’Anglesio dichiara di rinunciare all’offerta di L. 2000 fatta alla Piccola Casa, perché proveniente dalla confisca dei beni della mensa arcivescovile;
– la lettera all’arcivescovo di Vercelli in data 17 giugno 1857, nella quale chiede il parere sulla pubblicazione di una vita del Cottolengo;
– la lettera a Mons. Lorenzo Gastaldi in data 28 gennaio 1870, inviata a Roma, dove partecipava al Concilio Ecumenico Vaticano I;
– la lettera a Mons. Lorenzo Gastaldi in data 12 ottobre 1871, nella quale annuncia la partenza per l’Australia di due preti, circa 15 suore e qualche giovane “artista”;
– l’istanza al Papa Pio IX del 4 giugno 1875, firmata da tutti i preti della Piccola Casa, nella quale sono elencati tutti i reparti della medesima con i rispettivi responsabili;
– la lettera a Mons. Lorenzo Gastaldi in data 6 dicembre 1875, nella quale risponde ai quesiti posti dall’arcivescovo sull’insegnamento della teologia morale;
– infine sono da segnalare diverse lettere circolari che l’Anglesio inviò alle suore in occasione della rinnovazione dei voti a partire dal 25 dicembre 1875.
Tra le lettere ricevute spicca in modo particolare la lunga lettera di Mons. Luigi Fransoni, da Fenestrelle, del 16 settembre 1850, in cui l’arcivescovo descrive ampiamente le vicende del suo arresto e prigionia nel forte di Fenestrelle e poi il suo viaggio verso l’esilio a Lione, in Francia. Da segnalare altresì una lettera di Vincenzo Gioberti, del 2 novembre 1843, il quale fece dono alla Piccola Casa della sua pensione, assegnatagli dal governo piemontese e le due lettere del Papa Pio IX del 18 febbraio e del 1° marzo 1860. Purtroppo, come già per il Cottolengo, non ci sono pervenute lettere delle suore indirizzate all’Anglesio, perché o l’Anglesio stesso o qualcuno in seguito non ebbe l’avvertenza di conservarle. Di alcune l’Anglesio utilizzò la pagina in bianco per rispondere alle suore che gli avevano scritto.

Tra le lettere indirizzate alla pubblica amministrazione sono da segnala­re quelle al Re Carlo Alberto in numero di 8 e al Re Vittorio Emanuele II in numero di 7.
Il destinatario più frequente della pubblica amministrazione è l’Intendente e poi il Prefetto della provincia di Torino, a cui l’Anglesio doveva rivolgersi per essere autorizzato ad accettare i lasciti disposti a favore della Piccola Casa, a partire dalla legge 5 giugno 1850. Poi sono 9 le lettere indirizzate ai Sindaci di Torino.
Diversamente dal Cottolengo, l’Anglesio ha uno stile più elaborato e più corretto di scrivere; le esortazioni spirituali contenute nelle lettere, specialmente alle suore, sono ben articolate e tali da consentire una descrizione adeguata della sua dottrina spirituale.
Nei confronti delle suore il tono dell’Anglesio è rispettoso, ma anche affettuoso, è incoraggiante per chi ne ha bisogno, ma talvolta è anche severo quando le circostanze lo richiedono.
Nei confronti degli ecclesiastici, in modo particolare con l’arcivescovo di Torino Mons. Lorenzo Gastaldi, il tono è deferente e rispettoso; però l’Anglesio non viene meno al suo dovere di esprimere chiaramente il proprio pensiero quando ne è richiesto o ritiene necessario esprimerlo.
Analogo rispetto e deferenza viene usata nei confronti della pubblica amministrazione, a cominciare dal Re fino al Prefetto della provincia di Torino e ai Sindaci di Torino; in questi casi, però, l’estensore delle lettere è soprattutto il Cav. Luigi Stura che fu collaboratore dell’Anglesio nelle questioni amministrative.


Metodo
Il metodo adottato nella pubblicazione è quello già attuato per il carteggio di San Giuseppe Cottolengo, cioè il metodo proprio di un’edizione critica di documenti. Sono stati adottati i seguenti criteri:
1. I documenti sono riferiti secondo l’ordine cronologico e numerati progressivamente. Per ciascuno viene specificato se si tratta di una lettera scritta dall’Anglesio a qualcuno (per es. al Padre Alberto Cottolengo, al Prefetto della Provincia di Torino), oppure se si tratta di una lettera ricevuta dall’Anglesio (per es. dal Padre Alberto Cottolengo, dal Prefetto della Provincia di Torino). Inoltre si è cercato di identificare i destinatari delle lettere senza indirizzo.
2. Per i documenti non datati o datati solo parzialmente è stata accertata la data più precisa possibile.
3. Per ogni documento è indicato se si tratta di un autografo, di un originale o di una copia.
4. Di ogni documento viene data la collocazione archivistica, utilizzando le varie sigle elencate nelle abbreviazioni. Quando la collocazione archivistica è omessa, significa che il documento si trova nell’archivio della Piccola Casa, che, data la sua natura, non richiede ulteriori specificazioni, diversamente dagli altri archivi.
5. A ogni documento si è premesso un breve riassunto dei punti essenziali del suo contenuto.
6. Per i documenti per i quali si è reso necessario, è stato predisposto l’apparato critico, indicato con le lettere minuscole dell’alfabeto, incluse tra parentesi tonde in esponente, per meglio distinguerle dalla numerazione delle altre note. In esso sono indicate le correzioni apportate al testo degli autografi o dall’autore o dal curatore del carteggio o altre notizie attinenti al documento. Nel formulare l’apparato critico si è adottata una terminologia non troppo tecnica, che sarebbe stata di ardua comprensione, bensì un linguaggio semplice e discorsivo.
7. Ogni documento è corredato dalle note storiche necessarie alla comprensione del testo. Le notizie storiche relative alle persone e ai luoghi sono indicate quando il nome si incontra per la prima volta nel carteggio. In ogni caso nel riferire i dati biografici delle persone non si è ritenuto di dover andare oltre le informazioni essenziali.
8. Per quanto concerne gli autografi o gli originali o le copie sia dell’Anglesio, sia dei suoi corrispondenti, sono stati rispettati rigorosamente il testo, la punteggiatura, la grafia maiuscola e i capoversi. Il testo di molte lettere dell’Anglesio, come pure i capoversi delle stesse lettere, iniziano solitamente con una parola sporgente; d’accordo con l’editore non si è tenuto conto di questo particolare ancorché caratteristico dello stile dell’Anglesio.

Un sentito ringraziamento alle suore e al volontario Bruno Doimo che hanno collaborato con il sottoscritto per la raccolta delle lettere e la loro trascrizione, come pure alle due archiviste Paola Lombardi e Chiara Quaranta che nell’archivio di Stato e nell’archivio storico del Comune di Torino hanno trovato alcuni importanti documenti dell’Anglesio che arricchiscono il suo carteggio.

Torino, 18 settembre 2017, nella memoria del Beato Francesco Paleari
Lino Piano


Introduzione di Lino Piano al Volume I del Carteggio di Padre Luigi Anglesio © Edilibri 2017


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