I NUMERI RACCONTANO

 

 

Il racconto delle quattro operazioni

ADDIZIONE

[...] Per quanto ho raccontato si potrebbe pensare che la piccola e ridente valle fosse disabitata. Invece no, era abitata da quattro gnomi.
Il primo gnomo aveva un aspetto cordiale e gradevole, gli occhi piccoli, ma lo sguardo gioviale. Era grassottello, con le guance paffute, il doppio mento e la pancia rotonda. Era un gran ghiottone, mangiava volentieri ogni varietà di cibo, dolce e salato. Per lui le ore dei pasti erano quelle più importanti di tutta la giornata. Apparecchiava con cura e si gustava le pietanze che aveva cucinato: polenta, pasticci di verdure, torte glassate e creme di cioccolato. Camminava molto lentamente perché amava ammirare un fiore appena sbocciato o i girini che, giorno dopo giorno, si trasformavano in rane.
Il suo nome era Sempre Più e vestiva d'estate e d'inverno con abiti di colore verde chiaro: pantaloni, camicia, scarpe e cappello. Le tasche della sua giacca erano sempre piene di castagne, nocciole e bacche di mirto. Con le mani grassocce frugava tra quelle leccornìe, metteva in bocca una castagna o una nocciola e la assaporava con gusto. Era capace di tenere in bocca una giuggiola o una noce anche per un pomeriggio intero.
Un giorno, mentre camminava con il suo passo lento, vide sul fianco della montagna, dietro la sua casa, un'apertura che non aveva mai notato. Era sicuro che il giorno prima non ci fosse, si fermò e pensò che, forse, le ultime piogge invernali avessero allargato una fessura preesistente. Lo gnomo, che era molto curioso, cercò di allargare il buco; ma si accorse che era un lavoro impossibile senza uno strumento adatto. Raccolse una pietra appuntita e lavorando senza sosta per diverse ore fece in modo che il foro divenisse abbastanza largo, tale da permettergli di infilarsi all'interno. La cavità sembrava ampia ma, fatta una decina di passi, il buio lo avvolse completamente. Lo gnomo non riusciva a vedere nulla e procedeva a tastoni. Aveva una grande paura di inciampare, cadere e farsi del male. I passi rintronavano, le orecchie avvertivano un sinistro silenzio e il naso un odore di umido.
Sempre Più era un tipo prudente, per questo tornò indietro e andò a prendere la lanterna che custodiva in cantina, la accese e rientrò nella cavità . Ora si sentiva più tranquillo ed esplorò con cura tutti gli angoli della grotta. In una nicchia, in fondo alla parete sud, trovò alcuni sacchetti di iuta. Nel sollevarli si accorse che erano pesanti, li aprì e scoprì che erano pieni di strani sassi, lisci e vagamente luccicanti. Guardò con più attenzione, li rigirò tra le mani e si accorse che erano pepite d'oro. Lo gnomo si sedette per terra, poggiò la lanterna, sospirò. Col cuore che batteva dall'emozione e la gola secca iniziò a contare i sacchi:
"1, 2, 3... sono 12, ma li riconto per essere sicuro".
Erano proprio 12 e siccome erano voluminosi e pesanti, li prese uno ad uno e li portò nella cantina della sua casa. Ne sistemò 6 a destra e 6 a sinistra della porta di legno che dava sulle scale. Era soddisfatto del lavoro, osservò ancora i sacchi e li ricontò: 6 + 6 fanno 12. Stanco ma soddisfatto, si sedette sulla comoda poltrona della camera da pranzo. Pensava al menù della cena mentre sfogliava il quaderno in cui aveva trascritto le ricette che gli riuscivano meglio. A dire il vero si era fatto molto tardi, ma lo gnomo non aveva nessuna intenzione di rinunciare alla consueta cena anche a costo di andare a dormire più tardi del solito.




Dal volume I numeri raccontano, © Edilibri 2012


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