RITORNO A PASIDONIA


Prefazione
di Marina Sagramora

A volte il passato ritorna: a regolare conti sospesi, a suggellare destini incompiuti; ma anche, come nel caso di Andrea, il protagonista di questa vicenda, a recare insospettati doni: l'amore, cui aveva dovuto rinunciare emigrando, e la possibilitą di aiutare i suoi conterranei a trovare la via d'uscita dal labirinto del degrado interiore ed esteriore nel quale sembravano essersi smarriti.
Pasidonia, una realtą immaginaria del Meridione d'Italia, diviene pertanto luogo emblematico della topografia politica e sociale del mondo, e i suoi abitanti repliche fedeli di tutte le creature umane alla perenne ricerca di un regno armonioso sempre vagheggiato e mai realizzato.
Incalzati dal ritmo degli eventi, in un'atmosfera di magia creata dal mirifico paesaggio e da indefinibili presenze, Andrea, Marcella e gli altri personaggi conducono il lettore alla scoperta di quel regno.
Romanzo, thriller, fiction o parabola, quale termine usare per definire questo libro? O forse potrebbe dirsi favola? Sķ, una favola per adulti, visto che sono questi ad avere realmente bisogno di prospettive liberatorie, di incantamenti e di aperture al magico e al misterico.
Mentre i bambini hanno un ampio e variegato patrimonio favolistico cui attingere, gli adulti s'indirizzano normalmente a una narrativa, quella attuale, che non di rado finisce col riproporre le angosce e i grovigli esistenziali ai quali essi con la lettura vorrebbero sottrarsi.
Ecco quindi che l'Autore, che č essenzialmente un poeta, confeziona una favola per grandi provvista di tutti gli ingredienti capaci di affrancare il lettore da una realtą prosaica spesso degradata. E come č proprio delle favole, anche in questa č indicata una morale, che trova scaturigine dall'essenza immaginativa che la ispira: il mistero, l'insidia dei malvagi, la caduta dell'eroe, il suo riscatto e il recupero dell'armonia perduta.
Tornerą in tal senso utile definire la favola secondo il pensiero di Novalis, il quale non solo fu tra gli iniziatori del romanticismo tedesco, ma contribuķ soprattutto, insieme a Ludwig Tieck e Clemens Brentano, alla riscoperta e alla rivalutazione dei Märchen, il patrimonio favolistico popolare germanico. Il ricorso alla favola o al contenuto fiabesco nel romanzo era volto per Novalis ai piś profondi intenti magico-misterici, come gią aveva fatto Goethe con la sua Fiaba del Serpente verde e la bella Lilia.
Scrive Novalis nell'Allgemeines Brouillon: «La vera fiaba deve essere nello stesso tempo rappresentazione profetica – rappresentazione ideale – rappresentazione assolutamente necessaria. L'autentico poeta di fiabe č un veggente del futuro». Egli preconizzava un'epoca in cui non ci sarebbe stata piś differenza tra poesia e prosa, in quanto «la prosa piś alta, piś vera, č il poema lirico» e «un romanzo deve essere in tutto e per tutto poesia». Secondo l'autore di Enrico di Ofterdingen, l'unione di poesia e prosa avrebbe dato luogo alla vera fiaba: «Tutti i romanzi dove compare il vero amore sono fiabe – avvenimenti magici».
In Ritorno a Pasidonia la materia letteraria, in cui la prosa č compenetrata di poesia, vuole indicare il percorso che l'uomo attuale, confuso e fuorviato dai troppi segnali materialistici che riceve dalla realtą esteriore, deve compiere per giungere al magico castello dove risvegliare la Bella Addormentata della propria interioritą e riconquistare il Regno del cuore.
(Marina Sagramora)

Prefazione a Ritorno a Pasidonia, di Fulvio Di Lieto, © Edilibri 2002

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