Il significato dell'amore


Recensioni

"Il Sole-24 Ore", "Religiosità e società" (4 gennaio 2004)
Tutte le sfumature dell’amore
Si tratta di un vero e proprio classico, un gioiello filosofico e letterario destinato e essere una sorta di stella polare per molti autori russi del ’900, da Blok a Pasternak: è Il significato dell’amore di quel personaggio unico nella storia del pensiero russo che fu Vladimir Sergeevic Solov’ëv, nato nel 1853, amico di Dostoevskij, pensatore mutevole e provocatorio, amato e avversato, accostatosi anche al cattolicesimo, morto nel 1900 dopo essersi confessato e comunicato e aver chiesto di essere tenuto sempre sveglio per poter pregare fino allo stremo. Adriano Dell’Asta dell’Università Cattolica, uno dei maggiori studiosi di Solov’ëv, ci offre una sontuosa introduzione non solo al saggio sull’amore ma alla stessa figura del pensatore moscovita. Le pagine del saggio sono paradossalmente essenziali e dense, limpide e sofisticate. Una fede forte ed esplicita si annoda con un pensiero fervido e creativo. L’amore che egli delinea, scava e "vive" è modellato, certo, sulla figura di Cristo, ma si dilata nell’intero orizzonte dell’essere. Esso celebra, infatti, i suoi trionfi non solo nell’Eterno Femminino della relazione interpersonale ma si trasforma in seme vitale deposto nella materia per spiritualizzarla. È in questa luce che il cosmo stesso diventa epifania dell’amore e quindi teofania della bellezza e dell’Amore supremo divino. Arduo è, comunque, sintetizzare una riflessione incandescente e caleidoscopica com’è quella di Solov’ëv.
(Gianfranco Ravasi)

"Il Giornale" (24 novembre 2003)
Solov’ëv, quando l’amor sacro incontra l’amor profano
Vladimir Solov’ëv (1853-1900) è il filosofo ideale per smentire quanti vedono negli uomini che vocano la loro vita al pensiero misantropi separati dalla realtà. Infatti, egli visse un’esistenza intensa, travagliata da amori disperati. Fu generoso fino al sacrificio di se stesso, tanto che non sapeva rifiutare a nessuno un aiuto economico, una recensione, la risposta a una lettera; seppe essere un grande amico, per esempio di un uomo di non tutto riposo come Dostoevskij, cui dedicò anche una raccolta di saggi. Visse un’apparente contraddizione, che è poi in realtà il fulcro della sua teologia: cristiano ortodosso, si ritrovò a ricevere la comunione dalle mani di un sacerdote cattolico, anche se in punto di morte ricevette l’estrema unzione da un ministro del culto ortodosso.
Il fuoco della sua anima arse in fretta, ma non è stato vano. Solov’ëv è stato il pioniere di un ecumenismo mai superficiale. Non a caso, Nicolaj Losskij gli riconosceva il merito di aver aperto la strada al pensiero religioso russo, proprio mentre i furori positivisti e materialisti non lasciavano spazio a molto altro. Secondo Padre von Balthasar, la sua è «la più universale creazione speculativa dell’epoca moderna (...). La filosofia più vasta del cristianesimo totale dei nuovi tempi». In realtà, per un lasso di tempo piuttosto lungo, non è stato facile leggere qualcosa di suo, almeno in Italia. Poi, le edizioni La Casa di Matriona, sul finire degli anni Ottanta, hanno iniziato a stampare le sue opere. Compreso un piccolo saggio dal titolo Il significato dell’amore, ora riproposto da Edilibri con l’ottima curatela di uno slavista dell’Università Cattolica, Adriano Dell’Asta. Scritta appena dopo la fine dell’amore infelice per la «fredda, perfida ninfa», Sofia Martynova, la dissertazione di Solov’ëv espone la teoria della trasfigurazione dell’amore erotico mediante la missione spiritualizzatrice dell’uomo, strumento attivo nelle mani di Dio, nei confronti della materia. In breve, in Solov’ëv l’amor sacro incontra l’amor profano.
Del resto, egli intendeva unire, laddove la storia e l’umanità avevano scelto di dividere. Solov’ëv aveva accolto elementi cattolici nella teologia ortodossa, come per esempio la tesi del primato papale. Nel suo pensiero, il cuore della storia dell’umanità è l’incarnazione del Cristo, tappa conclusiva della manifestazione di Dio in terra. Un processo che parte dal politeismo per giungere al Vangelo tramite la Bibbia: da Platone alla patristica passando per il Cantico dei Cantici e l’Apocalisse. Entrambe le Chiese dimorano nella verità; dovrebbero essere unite seppur conservando le loro caratteristiche peculiari, poiché sono libere e infallibili società teocratiche in virtù della piena adesione al verbo del Cristo. Dunque, accettare il primato di Roma non significa tradire l’ortodossia. Solov’ëv credeva nella ricomposizione dello scisma tra Oriente e Occidente: a oltre un secolo dalla sua morte, il traguardo sembra ancora molto lontano, se non irraggiungibile. In ogni caso, leggere i suoi libri è risalire il filo dei pensieri di uno tra i rari ecumenisti che abbiano trovato, forse solo cercato, una via metafisica per riunire le confessioni cristiane.
(Claudia Gualdana)

"Astra" (novembre 2003)
Un mistico e poeta russo dell’800, che più volte nella sua breve vita (durata 47 anni) ebbe la visione della Saggezza divina o Sophia, affronta il mondo dell’Eterno Femminino e in un lungo viaggio, che va dalle storie bibliche ai poemi del Graal, presenta l’esperienza d’amore come nuova via di illuminazione spirituale destinata all’umanità del terzo millennio, come unica forza capace di ridare alla Terra e al cosmo intero il volto "femminile" della bellezza divina.

Recensioni al volume
Il significato dell'amore, © Edilibri 2003




 

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