CALORE UMANO E MOVIMENTO FISICO


Ampliamo la prospettiva
La prospettiva cambia e si amplia. È davvero necessario che ognuno di noi sia in grado di ampliare la panoramica dei motivi coscienti che lo spingono a essere sedentario o muscolarmente attivo, pantofolaio o camminatore assiduo? A questo punto vale la pena di esporre alcune considerazioni di carattere fisiologico e nutrizionistico.
Sappiamo bene che la nostra alimentazione è caratterizzata dall’introduzione nell’organismo di tre principi nutritivi: i carboidrati o zuccheri, le proteine e i grassi o lipidi. Poniamo un momento la nostra attenzione su questi ultimi. Vediamo subito come i grassi vengano demonizzati da gran parte dell’opinione pubblica, tanto che l’equazione “grasso = malattia” regna incontrastata nell’immaginario collettivo della popolazione mondiale globalizzata. In questo modo però ci dimentichiamo del ruolo fondamentale dei grassi: fornire all’organismo energia di pronto impiego sotto forma di calore metabolico.
È proprio lo studio del metabolismo lipidico a illuminarci in proposito. I grassi alimentari e di deposito vengono veicolati verso le cellule e, una volta scissi in glicerolo e acidi grassi, entrano nei già citati mitocondri, le centraline energetiche cellulari. Qui, grazie all’arrivo dell’ossigeno veicolato dalla circolazione sanguigna, avvengono reazioni biochimiche che nel loro complesso prendono il nome di “beta ossidazione degli acidi grassi”. Da qui si sprigiona energia metabolica. Solo grazie alla fornitura costante di acidi grassi e di ossigeno le cellule del nostro corpo possono “respirare” e sintetizzare la famosa molecola della vita, l’acido adenosintrifosforico (ATP).
L’intervento del metabolismo dei carboidrati è necessario alla vita come il fuoco di un fiammifero per accendere una candela. La glicolisi (cioè la degradazione del glucosio, l’unità elementare dei carboidrati) produce le molecole di acido piruvico, necessarie per innescare l’utilizzazione degli acidi grassi. Un’attività muscolare lenta e continua come una semplice camminata può, soprattutto se inserita come abitudine “ritmica” nella giornata, promuovere e ottimizzare questo meccanismo, facendo risparmiare acido piruvico e incrementando il ritmo della beta ossidazione (cioè della utilizzazione) degli acidi grassi.
La glicolisi anaerobica (vale a dire la degradazione del glucosio in assenza di ossigeno) è un meccanismo di emergenza che viene in aiuto quando la fornitura di ossigeno non è sufficiente a soddisfare la richiesta energetica. Questo può avvenire in condizioni di malattia come nel cancro, nell’infarto e in tutte le forme di insufficienza respiratoria e circolatoria. In questi casi la glicolisi prevale nella condizione di riposo e di conseguenza si accumula una sostanza tossica, l’acido lattico, che avvelena la cellula. Utilizzare correttamente i grassi a scopo energetico significa quindi riscaldare adeguatamente il proprio organismo e prevenire l’insorgenza di queste patologie.
Parliamo di “allenamento aerobico” quando facciamo riferimento a un programma di attività fisica in cui la fornitura di energia ai muscoli dipende dall’ossigeno, dai grassi e solo in minima parte dai carboidrati. Sono molte le gestualità sportive che meglio rappresentano queste caratteristiche. Basti pensare al semplice cammino, alla corsa uniforme lenta, al ciclismo in pianura, al nuoto lento, allo sci di fondo, all’attività remiera lenta e continua.
Tutte queste gestualità hanno in comune due qualità fondamentali: la ciclicità del movimento e il ritmo. Queste qualità entrano in rapporto operativo con il ritmo respiratorio e con il ritmo cardiaco, ottimizzandone gli effetti equilibranti.

Tratto dal volume di Enrico Mariani Calore umano e movimento fisico, © Edilibri 2021

Home