La sicurezza degli OGM



Prefazione - Verità e coraggio nella scienza
di Sergio Maria Francardo (1)
Ritengo veramente importante la pubblicazione di questo testo di Arpad Pusztai e di sua moglie Susan Bardocz, due scienziati che si sono trovati al centro delle grandi tensioni che hanno animato e reso difficile il dibattito sulla opportunità o meno dell’uso dei prodotti transgenici in agricoltura. Il libro offre un’introduzione al cambio di paradigma in atto nella biologia molecolare. Alla base delle biotecnologie e delle tecniche sul DNA ricombinante domina un approccio riduzionista, espresso dal “dogma centrale della biologia molecolare”: l’informazione genetica si muove in modo unidirezionale, dal DNA all’RNA, poi alle proteine e infine all’organismo. Questo modello è falso e inadeguato alla realtà del vivente. Le proteine non sono burattini manovrati dai geni. Oggi consideriamo il genoma come “fluido”; ciò significa che ci sono molteplici vie biochimiche che conducono dai geni alle proteine e, soprattutto, che il movimento non è lineare, ma ci sono reazioni e relazioni che vanno a ritroso, cioè dall’ambiente alle proteine e quindi al DNA.
Si fa pertanto strada, anche nella scienza più ortodossa, il concetto di “reti di regolazione e di espressione genica”. Il DNA è una molecola molto dinamica e i geni si modificano continuamente. Il corredo genetico è sensibile all’ambiente che lo circonda. Ecco perché pesticidi, erbicidi e vaccini possono condurre a un rimescolamento genetico, un fenomeno di cui cominciamo solo ora a capire i pericoli.
L’organismo umano e la vita della natura in generale non sono un insieme di sostanze ma un insieme di funzioni. Quando parliamo di vita ci riferiamo a questo “corpo” di funzioni infinitamente complesso; tali funzioni, proprio nella loro organizzazione, esprimono la vita.
La lettura del libro di Pusztai scioglie molti dubbi sulla correttezza e l’onestà intellettuale di quest’uomo coraggioso, ambiguità generate dalla violenta campagna scatenata in seguito alla divulgazione, da lui effettuata in una breve intervista, delle sue esperienze scientifiche e delle ipotesi che ne ha tratto.
La prima considerazione ci porta a dire che quanto è accaduto è assolutamente deprecabile. Uno scienziato non può essere perseguito e colpito nell’onore, indipendentemente dalla veridicità di quanto sta dicendo, per aver espresso delle opinioni scientifiche. Sto affermando che se le ricerche e le ipotesi di Pusztai si fossero oggettivamente rivelate errate, questo non avrebbe ugualmente giustificato il suo inconcepibile licenziamento dopo una carriera lunghissima e piena di grandi riconoscimenti. Non posso fare a meno di citare il comportamento di Lord May, allora consigliere capo scientifico del governo, ora presidente della Royal Society, che lo ha accusato di aver violato “ogni canone di correttezza scientifica”; anche ministri e scienziati di fama hanno sostenuto, senza documentazione alcuna, tali affermazioni. Il torto di Pusztai era stato quello di aver trovato una “fastidiosa” prova che le patate geneticamente modificate che stava studiando danneggiavano nei topi il sistema immunitario, il cervello, il fegato e i reni, e di averne accennato in un programma televisivo prima che la sua ricerca fosse completata e pubblicata.
La punizione in cui è incorso è stata draconiana: la sua ricerca è stata fermata, il suo team sciolto e i suoi dati confiscati. È stato ostracizzato dai colleghi, obbligato al pensionamento dal prestigioso Rowett Research Institute dove lavorava da ben 37 anni. Per sette mesi gli è stato impedito di difendersi e di accedere alla propria documentazione, con il divieto di parlare del suo caso. Uno scienziato con una storia lunga e onorevole è stato metaforicamente e mediaticamente bruciato sul rogo dall’inquisizione scientifica perché è entrato in un campo che si discosta dall’ortodossia, non è stato perdonato ed è stato isolato dal contesto scientifico, mentre uno scienziato che sbaglia e pubblica ricerche su un farmaco che provoca morti come per i recenti casi (vedi statine, Prozac e suicidi, farmaci antinfiammatori non steroidei e rischi cardiaci ecc.) in genere riceve grande comprensione. Trovo che questo non sia accettabile e ognuno di noi ha il dovere di difendere la libertà di pensiero e il pluralismo.
Arpad Pusztai ha dimostrato negli anni seguenti non solo di non essere un dissidente dall’aspetto aggressivo, ma la massima autorità al mondo nel suo campo (2), un uomo vivace e preciso, con 270 pubblicazioni a suo nome e un senso dell’umorismo pieno di autoironia. Ben lontano dall’essere a caccia di notorietà, era evidentemente estraneo alla polemica che lo riguardava e a disagio per essa, cauto nel linguaggio, scrupoloso nel chiarire gli aspetti scientifici prima di trarre le conclusioni.
La cosa più sorprendente è che, per usare le sue parole, lui si considerava «un difensore molto entusiasta» della modificazione genetica e si aspettava con i suoi esperimenti, approvati e finanziati dal governo britannico, di poter dare una conferma assolutamente positiva al progresso della ricerca in biologia molecolare. In una sua celebre intervista ha dichiarato: «Fui preso totalmente alla sprovvista – anzi – avevo assoluta fiducia nel fatto che non avrei trovato nulla di anomalo. Ma quanto più tempo passavo sugli esperimenti, tanto più a disagio cominciavo a sentirmi». Oggi, alla luce dello sviluppo delle ricerche, è molto più facile credere nella sua integrità e riflettere sul fatto che dobbiamo combattere ogni forma di fondamentalismo. Non possiamo dimenticare la sua sofferenza con l’«insostenibile peso» dell’essere attaccato dalla comunità scientifica senza potersi difendere, e di essere «vilipeso e del tutto annientato». Dobbiamo impedire che la politica governi il dibattito scientifico, come avvenne per il pesante intervento del governo inglese di Tony Blair, fortemente sbilanciato a sostegno degli OGM, presso il Rowett Research Institute contro Pustzai. Occorre leggere il libro di questo grande scienziato definito “completamente screditato” e farsi un’opinione ampia e consapevole su questo argomento per impedire che le questioni etiche possano essere occasioni di scontro politico.
Per amore di verità devo dire che quel governo rifiutò di intraprendere la normale procedura di ripetizione degli esperimenti di Pusztai finalizzata alla conferma o alla smentita dei risultati da lui ottenuti. I vertici del Ministero dell’Agricoltura, Pesca ed Alimentazione dell’epoca dissero che sarebbe stato “sbagliato”, “immorale”, nonché “uno spreco di denaro” farlo; un comportamento singolare, data la potenziale minaccia alla salute, se lo scienziato avesse avuto ragione (3).
Il pubblico ha risolto la questione semplicemente rifiutando di mangiare OGM. Prima della controversia Pusztai, il 60% degli alimenti confezionati sugli scaffali dei supermercati contenevano materiale geneticamente modificato. Successivamente, di fronte alla rivolta dei consumatori, le grandi catene di supermercati si sono precipitate a rimuovere questi prodotti. L’84% degli inglesi continua ancora ad affermare che non li mangerà, e anche i ministri più favorevoli agli OGM ammettono che non c’è più mercato. Dagli effetti degli OGM sulla salute l’attenzione si è spostata su una riflessione ancora più importante: l’impatto ambientale dei prodotti agricoli OGM. Studio dopo studio, si è dimostrato che i geni OGM escono dai supersemi e contaminano il prodotto convenzionale. Nel libro Pusztai parla con molta moderazione di questi aspetti, mette comunque in evidenza che altre vie sono percorribili; citiamo come esempio l’agricoltura biologica e biodinamica.
Alla fine, gli esperimenti del governo inglese, che si supponeva appoggiasse le coltivazioni OGM, misero in evidenza che esse danneggiavano i territori incolti (4).
Le industrie biotecnologiche, in palese contraddizione con la grande sicurezza espressa prima, abbandonarono i loro progetti di coltivazioni geneticamente modificate in Gran Bretagna. Sei anni fa esse erano in attesa dell’imminente approvazione, da parte del governo, della coltivazione di 53 varietà diverse di tali prodotti. Nessuna di queste richieste è ancora in corso, e nessuna è prevista nel prossimo futuro (5). Questa è la vera risposta, storicamente accertata, all’ingiustizia profonda subita da questo scienziato.
Negli ultimi tempi l’attenzione sta tornando sui cibi geneticamente modificati e sulla loro sicurezza. La Commissione Europea sta facendo pressioni perché un numero sempre maggiore di OGM possa essere messo in vendita in tutta Europa. L’ultimo prodotto modificato sottoposto all’approvazione per uso alimentare è il Mon 863, un mais modificato già coltivato e consumato negli USA e in Canada. Un prodotto particolarmente controverso perché una ricerca segreta condotta sui topi dalla Monsanto, proprietaria del brevetto del mais, dimostra che il fatto di cibarsene può provocare danni alla salute. La ricerca indica che i topi alimentati con livelli relativamente alti di Mon 863 hanno reni più piccoli e una composizione sanguigna potenzialmente più nociva per la loro salute di quelli che si alimentano in modo tradizionale. La Monsanto sminuisce i risultati come privi di significato e casuali, come un riflesso delle normali variazioni tra i topi. Ci interessa qui sottolineare come questa ricerca ricordi in modo inquietante quella di Pusztai; la dottoressa Beatrix Tappeser, autorità tedesca nel campo degli OGM, afferma che essa offre «qualche motivo di preoccupazione».
Ci preme mettere in evidenza quanto sostiene Pusztai, ovvero che a prescindere da qualsiasi possibile implicazione per la salute pubblica, i dati della ricerca, come in passato gli esperimenti di Pusztai, sono importanti perché potrebbero, se si rivelassero validi, mettere in discussione l’intero sistema grazie al quale gli OGM vengono approvati. Chi può dimenticare le continue rassicurazioni da parte politica e scientifica sul fatto che la sindrome della mucca pazza non poteva contagiare gli uomini?
Raccomando vivamente di leggere questo libro e concludo con le parole di Arpad Pusztai che gli sono costate molto care ma che sono ancora oggi valide e giustificate: «Trovo molto ingiusto usare i nostri cittadini come cavie».

NOTE
1) Medico. È membro del Comitato tecnico-scientifico di medicina complementare della Regione Lombardia. Con Edilibri ha pubblicato I semi del futuro - Riflessioni di un medico sui cibi transgenici (2001-08) e Medicina antroposofica familiare (2004).
2) Nel campo delle lectine, sostanze naturali (in genere proteine) che provocano agglutinazione delle cellule che hanno sulla loro superficie determinati antigeni.
3) Cfr. Geoffrey Lean, When fed to rats it affected their kidneys and blood counts. So what might it do to humans? We think you should be told, “Independent on Sunday”, 22 maggio 2005.
4) Ibidem.
5) Ibidem.

Prefazione di Sergio Maria Francardo al volume La sicurezza degli OGM, © Edilibri 2008


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