I semi del futuro


Recensioni

"Galileo" (18 febbraio 2001)
(ripreso in "Tiscalinet.it/scienza/libri consigliati")
"Il tema di fondo del libro è che la scienza non dovrebbe solo constatare gli effetti di ciò che produce tramite le sue applicazioni tecniche ma anche cercare di prevederli – nel senso di vederli prima". Con queste parole Sergio Maria Francardo introduce il suo I semi del futuro - Riflessioni di un medico sui cibi transgenici. La frase si riferisce in particolare al discorso sulla mucca pazza. […] l'allevamento, l'agricoltura, la medicina non possono trascurare il contesto in cui operano, per servire le logiche della produzione. "L'errore è stato considerare la mucca, la vacca, il bue come bioreattori, cioè produttori di sostanze come il latte, la carne, senza considerare che sono esseri viventi", ha raccontato Francardo. Oltre al tema dello sfruttamento industriale degli animali il libro parla anche di manipolazione genetica e alimenti transgenici, raccogliendo le risposte alle domande che Francardo riceve quotidianamente dai suoi pazienti. E partendo dalla convinzione che una sana nutrizione è il primo passo per la prevenzione delle malattie. Il titolo del primo capitolo non a caso è "Etica e saggezza nell'alimentazione". L'autore infatti ritiene che ogni persona debba essere in grado di esprimere un'opinione sul tema del rapporto tra scienza, tecnologie e natura, e che le decisioni non spettino soltanto agli specialisti del settore. Per poter parlare è però indispensabile essere informati.
(Paola Coppola)

"Sani naturalmente" (marzo 2001)
Gli "integralisti" lo chiamano "cibo di Frankenstein". Pomodori sempreverdi, meloni che maturano a comando, fragole resistenti al gelo, soya "impermeabile" ai diserbanti. Miracoli dell'ingegneria genetica, scienza dell'umanità votata al credo della perfezione: mettendo insieme geni che l'intelligenza della natura ha tenuto per secoli separati, oltrepassa i confini biologici delle specie. E condanna i "semi" del futuro alla definitiva perdita, oltre che della propria identità, della propria innata capacità fecondante. «L'esempio del mulo mostra come la natura abbia difeso strenuamente la barriera tra specie anche non molto lontane come il cavallo e l'asino. Se due individui appartenenti a specie diverse si accoppiano, essi generano prole sterile, oppure non danno vita ad alcuna prole. La natura concede fecondità solo dove essa crea ricchezza, solo dove possono sorgere possibilità adeguate di evoluzione». Siamo ciò che mangiamo…. Quali effetti potranno avere alimenti "morti", privati del proprio "soffio" vitale e vitalizzante, sul corpo e sulla mente dell'uomo? Sui reali "costi" di frutta, semi e vegetali "da laboratorio", si interroga un medico in prima linea nella difesa della qualità alimentare come condizione essenziale per la salvaguardia della salute e la prevenzione delle malattie, Sergio Maria Francardo. Consigliamo questo libro, scritto con l'anima e ricco di inediti spunti di riflessione, a tutti coloro che ancora si interrogano sul futuro dell'uomo e della natura.

"Astra" (marzo 2001)
Documentato e scorrevole, il libro di Francardo fa il punto su un tema scottante: quello dei cibi transgenici e i possibili effetti dell'ingegneria genetica. Francardo è un medico a indirizzo antroposofico: il suo è dunque un approccio particolare, a difesa della "qualità alimentare" per la prevenzione delle malattie.Tanto più interessante e convincente in quanto esposto in modo pacato e ricco di indicazioni pratiche.
(Vanna Brocca)

"Io donna / Corriere della sera" (19 maggio 2001)
Notizie tratte da: "I semi del futuro. Riflessioni di un medico sui cibi trasgenici ".
Carnivori. Erodoto, storico del V secolo a.C., osservava come «i popoli consumatori di carne si mostrassero più inclini all'arte della guerra, mentre i popoli vegetariani fossero più rivolti a una creatività di tipo spirituale».
Latte. Second l'Unicef, nel terzo mondo il latte in polvere fa morire ogni anno un milione e mezzo di bambini. Tra le cause, le cattive condizioni igieniche dell'acqua in cui viene disciolto.
Fertilità. Nel 1930, il 50 per cento degli uomini aveva altre 100 milioni di spermatozoi per millimetro cubo di sperma; nel 1981, ne aveva così tanti solo il 14 per cento. I maschi nati nel 1970 hanno un numero di spermatozoi del 25 per cento inferiore rispetto ai nati prima del 59'. Negli ultimi vent'anni, la cifra è scesa al ritmo del 2,1 per cento annuo.
Buoi. Rudolf Steiner, fondatore dell'agricoltura biodinamica, aveva immaginato la sindrome della mucca pazza già nel 1923: «Supponete che il bue, anziché mangiare piante, cominci a nutrirsi di carne, malgrado il fatto che sia in grado di produrne da sé. Che cosa accade? Che le energie di cui dispone, capaci di produrre in esso la carne, non vengono utilizzate». «Ciò provoca nell'animale l'accumulo di sostanze di scarto di ogni tipo: si creano delle sostanze nocive… che hanno un debole per il sistema nervoso e per il cervello». Risultato: «Il bue impazzirebbe». «Ciò trova già conferma nei cavalli, che divengono furiosi se si dà loro anche solo un po' di carne: s'infuriano all'improvviso proprio perché non sono abituati al cibo animale».
(Giorgio dell'Arti)

"Campagna amica" (settembre 2001)
Sergio Maria Francardo, autore de I semi del futuro, è un medico nutrizionista convinto sostenitore dell'importanza della qualità dell'alimentazione come mezzo di prevenzione per le malattie. L'uomo – sostiene – possiede un "istinto alimentare" che lo aiuta ad orientarsi su cosa, come e quanto mangiare. Questo istinto, molto sviluppato nelle popolazioni primitive, è andato quasi perduto nell'uomo cosiddetto civilizzato che si affida sempre più alla scienza e alle sue teorie. L'industria alimentare moderna si basa sul concetto che la scienza può migliorare ciò che fino ad oggi l'uomo ha ottenuto dalla natura. Questo anche tramite studi genetici su animali e piante; e su prodotti chimici quali diserbanti, insetticidi, concimi. Secondo l'autore questa selezione, non essendo del tutto naturale, comporta delle ripercussioni non solo a livello ambientale ma anche per la salute dell'uomo. È vero che l'uomo da quando, millenni fa, ha iniziato a coltivare la terra ha sempre cercato di ottenere raccolti migliori selezionando i semi o migliorandoli tramite l'incrocio di due specie. Ma non era mai stato possibile creare nuove specie da due organismi diversi come avviene con i cibi transgenici.
Ed è proprio sui cibi transgenici che Francardo punta il dito accusando le multinazionali occidentali di essersi appropriate di organismi viventi brevettando varietà tradizionali (spesso originarie del Terzo Mondo) nelle quali hanno inserito geni animali.
Andrebbe esaminata sotto un'altra luce anche la tesi secondo la quale con le tecniche transgeniche applicate in agricoltura si potrebbero aiutare le popolazioni bisognose a risolvere il problema della fame. Infatti, non bisogna dimenticare che queste piante hanno caratteristiche inadatte alle condizioni ambientali dei paesi in via di sviluppo. Questo perché, oltre a dover essere coltivate su vaste aree, richiedono diserbanti, attrezzature meccaniche specifiche per la lavorazione del terreno, la semina e la raccolta. Tutto ciò comporta spesso un indebitamento dei contadini più poveri che devono far fronte a queste esigenze con grandi risorse finanziarie. Francardo cita la celebre ambientalista indiana Vandana Shiva, fisico nucleare e filosofa della scienza, impegnata nella difesa dei popoli più poveri. Vandana spiega come sotto la spinta di grandi corporations che promettevano ottimi profitti, i contadini della zona di Warangal in India abbiano convertito le loro produzioni alimentari in campi di cotone. Il risultato è stato che questi contadini sono diventati più poveri di prima. Infatti con il nuovo sistema produttivo sono finiti in un circolo vizioso: il seme ibrido deve essere riacquistato ogni anno dalla ditta sementiera al prezzo stabilito da quest'ultima (spesso più alto di un seme "normale") e la coltivazione richiede un sempre maggiore uso di pesticidi (nel Warangal in dieci anni il loro uso è aumentato del duemila per cento) con il conseguente indebitamento sempre maggiore del contadino. […]

Recensioni al volume I semi del futuro, di Sergio Maria Francardo, © Edilibri 2001

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