La spiritualitą di san Giuseppe Cottolengo

Introduzione
di Elio Mo e Lino Piano

La recente pubblicazione dei Detti e pensieri di san Giuseppe Cottolengo (1786-1842)(1) ha suggerito l’idea di presentare ai lettori la spiritualità del santo che è la fonte di quei detti e di quei pensieri.
L’argomento richiederebbe uno studio ben più ampio della presente pubblicazione; ma ci siamo limitati a indicare i lineamenti fondamentali di tale spiritualità, perché chi legge i “Detti” possa rendersi conto, almeno nelle linee essenziali, come san Giuseppe Cottolengo abbia vissuto il particolare carisma di cui, sotto l’impulso dello Spirito Santo, fu portatore nella Chiesa.
La spiritualità non è altro che il modo con cui il fedele vive il proprio particolare carisma, che a sua volta diventa l’ideale di vita evangelica vissuto e, nel caso del Cottolengo, proposto ai suoi discepoli accolti nella Piccola Casa della Divina Provvidenza da lui fondata, in vista del conseguimento della santità.
La santità non è un aspetto marginale nella vita dei fedeli, essa ne è l’anima; è quindi evidente l’importanza dell’analisi di questo aspetto della vita del Cottolengo.
Giova ricordare che la vita spirituale è il rapporto personale e irripetibile dell’uomo con Dio; perciò è difficile descrivere come il Cottolengo abbia vissuto questo rapporto, tanto più che egli, diversamente da altri santi, non ci ha lasciato una descrizione della sua esperienza spirituale.
Al riguardo non possiamo dimenticare che l’elemento decisivo nell’itinerario spirituale di ogni uomo, credente o no, è l’azione dello Spirito Santo, il quale muove ciascuno di noi ad amare Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze e ad amarci a vicenda come Cristo ha amato noi (2). Questa azione dello Spirito, però, è misteriosa e rimane preclusa all’analisi storica, la quale può soltanto descrivere i risultati visibili e documentabili della libera risposta della creatura all’azione dello Spirito.
Nell’itinerario spirituale del Cottolengo possiamo individuare alcuni elementi o aspetti esperienziali che furono decisivi e originali per la sua vita spirituale.
Decisivi possono essere considerati gli elementi che lo hanno introdotto in modo significativo sulla via della santità. Tra questi possiamo annoverare la percezione della vocazione alla santità da lui avvertita già in giovane età, la crisi interiore vissuta negli anni 1825-27, l’ispirazione carismatica del 2 settembre 1827 che costituì la svolta fondamentale della sua vita.
Possiamo invece considerare originali quegli elementi o aspetti che costituirono la particolare risposta da lui data all’azione divina nella sua vita. Tra questi possiamo indicare la ricerca della gloria di Dio, da lui vigorosamente proclamata in un documento ufficiale, l’abbandono alla Divina Provvidenza, il “distacco da tutto il creato” e “l’essere di buon conto con Dio”, cioè una profonda comunione con Dio; elementi questi da lui vissuti e inculcati per vivere e far vivere autenticamente la sua ispirazione carismatica del 2 settembre 1827. Infine possiamo aggiungere anche l’esperienza del mistero della croce, che costituisce il sigillo della santità. Inoltre possiamo mettere in evidenza gli aspetti teologici connessi con gli elementi esperienziali vissuti dal Cottolengo, nonché quello che egli ha insegnato circa il modo di vivere la nostra relazione con Dio.
Al riguardo possiamo sottolineare il mistero della Divina Provvidenza cui il Cottolengo fu particolarmente sensibile fin dalla giovane età; l’aspetto cristologico della sua spiritualità caratterizzato da una viva scoperta di Cristo nel povero; un chiaro insegnamento sulla vocazione universale alla santità e in che cosa essa consista.
Sulla spiritualità del Cottolengo non mancano alcuni studi specifici. È da segnalare innanzitutto l’opera del Di Meo, pubblicata nel 1959, avente come tema proprio la spiritualità del Cottolengo (3). Questa pubblicazione resta sostanzialmente valida, sia per i criteri con cui è stata compilata, sia perché gli elementi della spiritualità del santo in essa descritti sono ampiamente documentati.
Sono pure da segnalare gli Atti del Convegno tenutosi in occasione dei 150 anni dalla morte del santo (4), nei quali vi sono alcuni studi attinenti alla sua spiritualità e soprattutto vanno ricordati gli Atti del Convegno tenutosi nei giorni 5-6 ottobre 2002, aventi come tema la spiritualità cottolenghina (5).
A questi studi si può ancora aggiungere il capitolo XVI della biografia del Cottolengo pubblicata nel 1996, in cui è presentata una sintesi della vita spirituale del santo (6).
Le fonti principali dell’elaborazione contenuta nella presente pubblicazione sono costituite dai “detti” del santo, anche se occasionali e frammentari, le sue lettere, le poche regole scritte per le famiglie religiose da lui fondate, le prediche e infine le deposizioni dei processi di canonizzazione.
Abbiamo quindi la possibilità di descrivere adeguatamente la spiritualità di san Giuseppe Cottolengo, la quale è l’anima delle opere di carità, anche vistose, da lui realizzate. Senza una conoscenza anche minima della sua spiritualità, risulta difficile rendersi ragione dell’Opera del Cottolengo e della sua finalità profondamente umana ed evangelica di servizio ai più poveri, malati e abbandonati.
La presente pubblicazione vuole venire incontro, per quanto possibile, a questa esigenza. Essa è articolata in due parti.
Nella prima parte sono messi in evidenza gli elementi che hanno caratterizzato l’esperienza spirituale del Cottolengo; nella seconda parte sono posti in risalto gli aspetti teologici e gli insegnamenti del santo connessi con gli elementi esperienziali esposti, con la prospettiva di una lettura che ne riscopra l’attualità per l’uomo contemporaneo tanto distante ormai dalla società e dalla cultura del primo Ottocento.
Il lettore avrà quindi la possibilità di entrare in contatto con i punti più significativi e vitali della spiritualità del Cottolengo e nello stesso tempo di rendersi ragione sotto il profilo dottrinale-teologico dell’itinerario ascetico-spirituale che ha condotto Giuseppe Cottolengo al conseguimento della santità, riconosciuta poi dalla Chiesa.
Torino, 6 giugno 2006
Elio Mo, Lino Piano

(1) Cf. Giuseppe Cottolengo. Detti e pensieri, Edilibri, Milano 2005, 176 pp.
(2) Cf. Concilio Ecumenico Vaticano II, Costituzione dogmatica sulla Chiesa, n. 40.
(3) Cf. V. Di Meo, La spiritualità di S. Giuseppe Benedetto Cottolengo studiata nei suoi scritti e nei processi canonici, Pinerolo 1959, 426 pp.
(4) Atti del Convegno: Spinti dalla carità di Cristo sulle orme di San Giuseppe Benedetto Cottolengo a 150 anni dalla morte 1842-1992, Torino 1992, 254 pp.
(5) Cf. Spiritualità Cottolenghina, Atti del Convegno 5/6 ottobre 2002, Torino 2003, 152 pp.
(6) Cf. L. Piano, San Giuseppe Benedetto Cottolengo, Fondatore della Piccola Casa della Divina Provvidenza sotto gli auspici di San Vincenzo de’ Paoli (1786-1842), Torino 1996, pp. 663-749.

Introduzione al volume La spiritualità di san Giuseppe Cottolengo, © Edilibri 2006


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